L'Adorazione che porta la Gloria 2°Parte

 

PREDICAZIONE DEL 10 NOVEMBRE 2024:

Pastore Antonio Russo

 

L'ADORAZIONE CHE PORTA LA GLORIA 2°Parte

 

Domenica scorsa, abbiamo introdotto il tema dell’adorazione come mezzo per manifestare la gloria di Dio nelle nostre vite. La gloria di Dio è per noi un privilegio ma anche una responsabilità, e se vogliamo che si riveli tra noi, dobbiamo essere pronti e preparati. Nei tempi che viviamo, Dio desidera visitare il Suo popolo con una gloria ancora più intensa, un risveglio che culminerà nella Sua rivelazione finale. Dio cerca un popolo che Lo adori, una comunità capace di vivere in un’adorazione costante e di fare della gloria di Dio il centro della propria esistenza. Il Suo desiderio è quello di visitare e abitare tra coloro che sono pronti a riceverLo, affinché la Sua presenza diventi evidente nelle nostre vite e nella Chiesa. Tuttavia, per vivere questa esperienza di gloria è necessario evitare di portare un “fuoco estraneo” alla Sua presenza. Nel Libro del Levitico, infatti, troviamo l’esempio dei figli di Aronne, che offrirono un sacrificio non voluto da Dio, con un fuoco estraneo, e furono consumati. Questo ci insegna che il fuoco estraneo rappresenta qualsiasi cosa che Dio non ha comandato, tutto ciò che non rientra nel Suo progetto per noi. Quando ci muoviamo fuori dai Suoi propositi, stiamo offrendo qualcosa di estraneo, e il risultato è dannoso. A volte, anche nell'adorare Dio, rischiamo di mettere noi stessi, i nostri bisogni e le nostre necessità al centro, trasformando la lode in una continua richiesta di aiuto e portando davanti a Lui solo le nostre esigenze. Dio solo deve occupare il centro dell’adorazione; come mostrato in Apocalisse 4, la vera adorazione si ha quando lasciamo a Dio ogni spazio, come fanno gli angeli dichiarando “Santo, Santo, Santo. Sei degno, degno, degno, Agnello di Dio.” Questa scena ci mostra cosa significa mettere Dio al centro e come ogni altra cosa scompaia davanti alla Sua gloria. Nella nostra vita spirituale, sia come singoli che, come Chiesa, il livello di crescita e maturità che possiamo raggiungere dipende dal nostro livello di adorazione. Infatti, la crescita è strettamente legata alla nostra capacità di adorare Dio, e se restiamo fermi o passivi in questo, anche la nostra crescita spirituale si blocca. L’adorazione autentica è quindi un cammino di crescita e trasformazione, che ci porta a vivere "di gloria in gloria", come ci insegna Paolo in 2°Corinzi 3:18. Ogni esperienza di adorazione dovrebbe portarci a un livello più alto di vicinanza con Lui, avvicinandoci sempre più alla Sua natura. Se non cresciamo nell’adorazione, restiamo spiritualmente limitati, e questo influisce sulla nostra capacità di vivere appieno il Suo proposito. L’adorazione non solo determina il nostro livello di crescita, ma influenza anche il nostro livello di rivelazione. La rivelazione è fondamentale per comprendere la volontà di Dio, ed è direttamente collegata all’adorazione: quanto più adoriamo, tanto più Dio ci rivela i Suoi piani e le Sue soluzioni per la nostra vita. La parola “rivelazione” significa letteralmente “togliere il velo”, e molti di noi vivono situazioni difficili senza riuscire a vedere soluzioni o vie d’uscita. Tuttavia, quando ci immergiamo in una vera adorazione, Dio rimuove il velo che ci impedisce di vedere chiaramente. Pensiamo alla storia di Agar nel deserto: quando, disperata, invocò Dio per salvare la vita di suo figlio Ismaele, Dio rispose aprendo i suoi occhi, permettendole di vedere un pozzo d'acqua proprio vicino a lei. La soluzione al suo problema era già lì, ma non la vedeva fino a quando Dio non le rivelò la risposta. Questo è ciò che accade anche a noi: una vera adorazione permette di vedere ciò che Dio ha già messo sul nostro cammino, facendoci comprendere che la soluzione è spesso più vicina di quanto crediamo. Quindi, la rivelazione non può esistere senza adorazione continua, poiché Dio cerca veri adoratori per manifestare la Sua verità, e siamo chiamati a diventare tali, affinché la Sua presenza diventi una costante nelle nostre vite. L'adorazione è qualcosa di innato nel cuore umano perché in ogni uomo e donna esiste un bisogno naturale di adorare, ma non tutti riconoscono Dio come oggetto di questa adorazione. Infatti, molti si dedicano a una falsa adorazione, mettendo al centro elementi materiali come la casa, il lavoro o il denaro, senza rendersi conto che solo Dio è degno di essere adorato. Per questo, in Giovanni 4, Gesù insegnò cosa significa essere veri adoratori, affermando che esistono una vera e una falsa adorazione, e che l'oggetto della nostra adorazione deve essere Dio, perché i veri adoratori adoreranno il Padre “in spirito e verità". Nei Vangeli, Gesù ci insegna anche: “Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai perfezionato la lode.” L'adorazione non nasce con noi, ma nasce in cielo, è Dio stesso che la crea, e si perfeziona in persone imperfette che hanno il cuore di piccoli fanciulli. Questo significa che l'adorazione si perfeziona nei cuori semplici e umili, come quelli dei bambini, che non complicano la loro vita con pensieri negativi e sospetti, ma sono puri e pronti a perdonare. Gesù ci disse che se non cambiamo e non diventiamo come piccoli fanciulli, non vedremo e non entreremo nel Regno di Dio. Abbiamo anche visto come l’apostolo Paolo descrive ciò che accade nella vita di un vero adoratore; infatti, nella lettera ai Corinzi, egli ci invita a riflettere sull’adorazione come mezzo di trasformazione:

2°Corinzi 3:18; 18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Il mondo intero conta milioni di credenti e, pur essendo molti, riflettiamo insieme qualcosa di Cristo, poiché siamo uniti nel Suo corpo e possiamo manifestare chi Gesù è nella nostra vita, essendo trasformati di gloria in gloria dallo Spirito del Signore. Questo è il proposito della nostra vita: diventare sempre più simili a Gesù, riflettendo la Sua immagine in ogni aspetto della nostra esistenza; perciò, iniziamo a emozionarci e prepararci per ciò che Dio ha in serbo per noi. La Bibbia ci rivela qualcosa di molto importante a riguardo, infatti, nel libro di Ezechiele leggiamo come funzionava l'adorazione nei cieli prima della caduta di Lucifero.

Ezechiele 28:12; 12 «Figlio d'uomo, innalza una lamentazione sul re di Tiro e digli: Così dice il Signore, l'Eterno: Tu eri il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza.

Il passo si riferisce a Lucifero, descrivendolo nel momento della sua creazione come uno dei tre arcangeli creati da Dio nel cielo. Sicuramente, dopo la caduta, qualcuno ha preso il posto di Lucifero, anche se non abbiamo dettagli in merito. Sappiamo, però, che l’adorazione nella vita di Davide ha in qualche modo colmato ciò che era stato interrotto in cielo, poiché Davide è chiamato il menestrello, l’adoratore, il menestrello del Signore. I tre arcangeli sono Michele, Gabriele e Lucifero: Michele è l’arcangelo della guerra, capo dell’esercito del cielo, mentre Gabriele è il messaggero di Dio, colui che porta i messaggi dal cielo alla terra. Ricordiamo, ad esempio, quando Maria ricevette la visita dell’Arcangelo Gabriele, egli le rivelò il piano di Dio per la sua vita, un evento che avrebbe cambiato non solo la sua esistenza ma anche quella dell’intera umanità. Nel “Magnificat”, Maria esprime umiltà e bisogno di salvezza, riconoscendo Dio come suo Salvatore: "L’anima mia magnifica il Signore e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore." Creato per adorare e guidare la musica celeste nell’adorazione a Dio, Lucifero deviò dal suo ruolo e si ribellò; così il suo nome, che significava "portatore di luce", fu cambiato in "Satana", cioè "avversario", segnando anche la trasformazione del suo carattere e proposito. Nella cultura di Dio, il nome riflette il carattere: quando Dio cambia un nome, sta trasformando il carattere della persona. Ad esempio, Giacobbe, il cui nome significava "imbroglione", diventa "Israele", che significa "principe di Dio", riconoscendo Dio come Re supremo. Allo stesso modo, Saulo di Tarso, il cui nome indicava grandezza e orgoglio, diventa "Paolo", che significa "piccolo", segnando una profonda umiltà dopo il suo incontro con Dio. In entrambi i casi, il cambio di nome rappresenta una trasformazione interiore e una nuova identità secondo la volontà di Dio. Tornando alla caduta di Lucifero, essa ci ricorda che anche noi, se abbandoniamo il proposito per cui Dio ci ha creati, rischiamo la corruzione. Ognuno di noi ha un ruolo specifico nel corpo di Cristo e deve onorarlo senza cercare di svolgere il compito di un altro, poiché la Bibbia usa l’immagine del corpo per farci comprendere che, come mani, occhi, bocca o piedi, siamo tutti membri chiamati a svolgere la nostra parte. Se lasciamo il nostro posto o cerchiamo di svolgere un compito diverso da quello a cui Dio ci ha chiamati, rischiamo di allontanarci dalla Sua volontà, così come accadde a Lucifero, che cadde per il suo desiderio di andare oltre il suo ruolo. Parliamo dell’adorazione prima della caduta di Lucifero, perché dobbiamo comprendere come funzionavano le cose fin dal principio, ritornando alla “legge del principio” e alle “prime cose”, poiché questo ci aiuta a portare la gloria di Dio sulla terra attraverso la nostra adorazione, quella che esisteva fin dall'inizio.

Ezechiele 28:13; 13 Eri nell'Eden il giardino di DIO; eri coperto d'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri, zaffiri, carbonchi, smeraldi e oro; la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti fu preparata per te nel giorno in cui fosti creato.

Lucifero, creato come angelo e portatore di luce, era presente nell’Eden, dimora spirituale della presenza di Dio, ed è proprio a quella stessa presenza che anche noi siamo chiamati a ritornare. La Bibbia ci dice che "Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1:1), e, nel versetto successivo, che la terra era "informe e vuota" (Genesi 1:2). La creazione di Dio era perfetta, ma quando Lucifero si ribellò e divenne Satana, causò confusione e desolazione sulla terra.

Verso 14; 14 Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto sul monte santo di DIO e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.

Lucifero, cherubino unto e protettore, era stato posto sul Monte Santo di Dio e camminava in mezzo alle pietre di fuoco. Come descritto nel verso precedente, Lucifero era formato internamente da strumenti musicali, e una vera orchestra risiedeva in lui; quando adorava, il suono che emanava generava una luce che lo faceva risplendere. Questo ci insegna che in Lucifero vi erano dimensioni di suono diverse, create da Dio, il che spiega perché fosse chiamato "Lucifero", ossia "portatore di luce". Nel mondo naturale, la luce è più veloce del suono, ma nello spirito e nell'eternità, il suono è alla radice della luce. Essere veri adoratori ci trasforma in portatori di luce; infatti, anche Gesù ci ha chiamati “la luce del mondo”, e, come Mosè che, dopo essere stato alla presenza di Dio per ricevere la Torah, emanava una luce tanto intensa che chi gli era intorno non poteva guardarlo, anche noi, quando adoriamo con autenticità, emaniamo una luce nello spirito. Questa luce non è visibile fisicamente, ma, anche se il mondo naturale non può vederla, essa brilla e testimonia del nostro legame con Dio. Nel mondo spirituale, la Bibbia descrive tre cieli: quello atmosferico, il secondo cielo dominato da Satana, e il terzo cielo dove risiede la presenza di Dio; quando noi camminiamo come veri adoratori, i demoni che vivono nell’oscurità, vedendo in noi la luce di Dio, scappano via, rendendo quel momento glorioso. Perciò, è importante essere presenti e attenti durante i momenti di adorazione: arrivare in ritardo o trattare con superficialità il tempo di lode significa non dare il giusto valore alla presenza di Dio. Durante i culti, la manifestazione dello Spirito Santo è un’opportunità per entrare nella Sua presenza, e in quei momenti dobbiamo essere pronti e dedicati, perché l’adorazione trasforma l’atmosfera, apre la strada al frutto della Parola nelle nostre vite e, per questo, non può essere frettolosa o distratta. Nell’ebraico, la parola “yadà” indica un'intimità profonda e intima con Dio, che richiede il tempo necessario per immergersi completamente nella Sua presenza. Non possiamo aspettarci di incontrare Dio o di vedere la Sua gloria in una relazione frettolosa o superficiale. Dio desidera che dedichiamo questo tempo a Lui in totale consacrazione, senza distrazioni. Se riduciamo l'adorazione a pochi minuti, rischiamo di perdere il vero significato del nostro incontro con Dio. L'adorazione è, invece, un tempo per goderci la Sua presenza, per sentire la Sua voce e per rinnovare la nostra intimità con Lui. La Bibbia ci ricorda che tutto il creato loda Dio, infatti nel Salmo 148 viene descritto come ogni elemento, sia in cielo sia in terra, si unisce in una lode corale a Lui. Quando noi lodiamo Dio, ci uniamo a tutta la creazione nella Sua adorazione, e anche le cose più piccole contribuiscono a questo grande atto di gloria. La scienza ha addirittura scoperto che ogni organismo vivente, anche le piante, emette un suono che si traduce in lode. L'adorazione non è intrattenimento: il suo scopo è cercare Dio e la Sua presenza, e il compito del gruppo della lode è condurre le persone alla presenza di Dio, che è il vero fine dell’adorazione. Anche noi, come veri adoratori, diventiamo portatori della luce divina attraverso lo Spirito Santo, il quale ora vive in noi. Satana non può più conoscere il "nuovo canto" riservato solo ai figli di Dio, e per questo ci attacca. Ma camminare nello Spirito Santo è il modo per onorare la nostra chiamata, rendendo vano l'attacco del maligno. Non possiamo adorare veramente Dio se non siamo pieni dello Spirito Santo; Egli è Dio stesso in noi, ed è Lui che ci insegna il vero suono del cielo. Dio sta cambiando il suono della Chiesa e ci chiama a vivere questo nuovo ritmo spirituale, allineandoci alla Sua volontà, affinché ogni volta che ci dedichiamo all'adorazione, entriamo in una relazione più profonda e sincera con Lui. Cosa fa la vera adorazione in una Chiesa? Crea il clima ideale, un ambiente perfetto, un’atmosfera giusta, che nasce nello spirito e determina se avremo miracoli creativi o semplici guarigioni da un mal di testa.

 

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