La Transizione all'ultima gloria
PREDICAZIONE DEL 29 SETTEMBRE 2024:
Pastore Antonio Russo
LA TRANSIZIONE ALL'ULTIMA GLORIA
Il tema che tratteremo, la “Transizione all’Ultima Gloria”, rappresenta un percorso fondamentale di crescita e trasformazione spirituale per ciascuno di noi, segnando un passaggio da una gloria precedente a una successiva e conducendoci verso un livello più profondo nella nostra relazione con Dio. Questa transizione richiede apertura al cambiamento, impegno nell’ubbidienza alla Sua parola e una consapevolezza sempre più profonda dei nostri cuori. In questo viaggio, non siamo soli: Dio ci guida e ci sostiene, promettendo di trasformare le nostre difficoltà in opportunità e le nostre esperienze in testimonianze di fede. Attraverso questa riflessione, esploreremo insieme le chiavi per attraversare questa transizione e vivere appieno nella gloria che Dio ci ha promesso. Un verso che ci ha colpito, scritto dal profeta Aggeo, fu pronunciato durante la costruzione del secondo tempio, noto come tempio di Erode, edificato dopo la distruzione del tempio di Salomone da parte dei babilonesi e poi ampliato con opere straordinarie.
Aggeo 2:9; 9 "La gloria di quest'ultimo tempio sarà più grande di quella del precedente".
Qui si fa riferimento alla gloria del primo tempio, dove la presenza di Dio era così potente che i sacerdoti non poterono ministrare. Questo segnò l'inizio del regno di Salomone, il re più prospero d’Israele, il quale chiese a Dio saggezza anziché risorse materiali, e Dio gliela concesse. Aggeo profetizza sulla gloria dell'ultimo tempio, che rappresenta la Chiesa oggi, in cui Dio promette di dare la "shalom", una pace che include guarigione, salute e prosperità. Questa shalom è parte essenziale del tempio spirituale che noi siamo, un tempio vivente reso possibile dalla morte e resurrezione di Gesù, in cui possiamo sperimentare oggi la gloria promessa. L'apostolo Paolo sottolinea frequentemente il tema del nostro essere templi di Dio.
1°Corinzi 3:16; 16 Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Lo Spirito di Dio abita in noi e, come tempio dello Spirito Santo, portiamo la Sua presenza ovunque andiamo; pertanto, malattie e povertà sono realtà illegali nelle nostre vite che non devono essere accettate. Spesso ci adattiamo passivamente a vivere in condizioni stagnanti che bloccano il nostro cammino, ma Dio ci ricorda che non siamo luoghi qualsiasi, poiché siamo il Suo tempio, in cui Egli abita, e come Chiesa siamo pietre viventi. Nel Libro di Gioele, il profeta parla della prima e dell'ultima pioggia, che porteranno a una grande raccolta finale.
Gioele 2:23-25; 23 Gioite quindi, o figli di Sion, e rallegratevi nell'Eterno, il vostro DIO, perché vi ha dato la prima pioggia secondo giustizia e farà cadere per voi la pioggia, la prima pioggia e l'ultima pioggia nel primo mese. 24 Le aie saranno piene di grano e i tini traboccheranno di mosto e di olio; 25 così vi compenserò delle annate che hanno divorato la cavalletta, la larva della cavalletta, la locusta e il bruco, il mio grande esercito che avevo mandato contro di voi.
Il Profeta ci esorta a gioire, invitandoci a evitare la tristezza e a concentrarci su Dio, anche in mezzo alle difficoltà. Poi, ci ricorda la prima pioggia della Pentecoste, quando Pietro, pieno di Spirito Santo, convertì migliaia di persone, e sottolinea che l'ultima pioggia sarà ancora più grande, con chiese riempite da persone in cerca di Dio. Infine, le promesse di Dio includono abbondanza: “aie strapiene di grano” rappresentano la Chiesa, e “tini traboccanti di mosto e olio” simboleggiano unzione e benedizione, poiché Egli restituirà al Suo popolo tutto ciò che è stato perso negli anni. Noi siamo l'ultimo tempio e dobbiamo prepararci per la transizione alla gloria finale, un passaggio da una condizione attuale a una più benedetta, fidandoci di Dio. I tempi che viviamo sono di transizione verso la gloria, ma non tutti accoglieranno il cambiamento, poiché molti rimarranno ancorati al passato e, concentrandosi sulle proprie mancanze, non entreranno nella gloria preparata per noi. Anche se questa gloria è destinata a tutti, non tutti la vivranno, perché alcuni rifiutano di abbandonare la loro condizione attuale; perciò è essenziale riconnettersi con Dio e con l’autorità spirituale.
In Numeri 14:20-23 Dio ci avverte: "Allora l'Eterno disse: Io perdono come tu hai chiesto... ma... tutti questi uomini che hanno visto la mia gloria... certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri." Israele non si preparò per la transizione che Dio aveva predisposto, dimostrando che si può vedere parte della gloria senza entrarci, mentre oggi Dio parla alla Chiesa e la Sua gloria è destinata a noi, promettendo non solo di farcela vedere, ma anche di farci entrare pienamente in essa. In 1°Corinzi 10:1-5, Paolo ricorda che gli Israeliti, pur avendo visto i miracoli di Dio, non entrarono nella terra promessa. Come gli Israeliti, anche noi siamo usciti dal mondo, ma dobbiamo assicurarci che il mondo esca da noi, evitando di seguire le sue abitudini, perché la nostra lingua può generare mormorii e lamentazioni, come avvenne per Israele nel deserto.
1°Corinzi 10:11; 11 Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età.
Molti di noi si lamentano e mormorano per ciò che non hanno, dimenticando di ringraziare per ciò che possediamo, mentre Dio ci invita a ringraziare per quello che abbiamo e a mantenere sempre un atteggiamento di gratitudine, perché Egli è buono e ha preparato una via d'uscita per noi.
1°Corinzi 10:13; 13 Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana; or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita, affinché la possiate sostenere.
La tentazione non sarà mai più grande di noi, poiché Dio ci offre sempre un'opportunità di uscita e ha provveduto a tutto per le nostre vite. Nel contesto della “Transizione all'Ultima Gloria”, dobbiamo compiere un passaggio che siamo chiamati a compiere nella nostra vita, sperimentando e realizzando sette punti, di cui ne tratteremo solo alcuni. Primo: prepararci per la gloria finale; secondo: sconfiggere gli attacchi del nemico, nonostante Gesù abbia già vinto; terzo: avere un cuore approvato; quarto: purificarci spiritualmente come sposa; quinto: restaurare il timore di Dio nella Chiesa e nei credenti; sesto: distruggere lo spirito familiare; settimo: raggiungere la gloria, ovvero la presenza più alta e l'approvazione di Dio. La Sua presenza in noi è il sigillo della Sua approvazione, e non dobbiamo aspettarci applausi dal mondo, ma essere pronti alla persecuzione, come accadde a Gesù, perché alla fine ciò che conta davvero è ciò che Dio pensa e dice di noi. Quindi, ora andiamo con ordine e vediamo alcuni dei sette punti citati che ci permetteranno di effettuare la transizione:
1. Prepararsi per la transizione alla gloria.
La cosa importante che dobbiamo comprendere è che la disobbedienza trasformerà ciò che dobbiamo ricevere in un lungo periodo di attesa, facendo sì che quaranta giorni diventino quarant'anni nello stesso problema, mentre l'obbedienza può ridurre gli anni in giorni e in ore, ed è questo ciò che Dio desidera per noi. Quindi Dio ci parla dell'importanza dell'ubbidienza, come dimostra la crescita di Gesù; tuttavia, spesso non ci piace farlo, perché desideriamo un percorso facile, con tutto già pronto davanti a noi, ma questo non è il cammino che Dio ha stabilito.
Ebrei 5:8; 8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì,
La sofferenza può essere benefica per noi; spesso desideriamo risparmiare ai nostri figli le difficoltà, ma quando evitiamo di educarli e di impartire insegnamenti attraverso le esperienze, rischiamo di fare loro del male. Infatti, a volte, è proprio attraverso la sofferenza che possiamo cambiare e crescere.
Versi 9-14; 9 e, reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono, 10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote, secondo l'ordine di Melchisedek, 11 nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire. 12 Infatti, mentre a quest'ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. 13 Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; 14 il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male.
Dio ci sta invitando a crescere e oggi, ciò che consumiamo spiritualmente, deve portare beneficio alle nostre vite; mentre, nel naturale, da neonati il latte era utile, ora abbiamo bisogno di "cibo solido" per crescere, come carne e primi piatti. L'autore sottolinea che molti ritornano al latte, segno di una mancanza di crescita e maturità; dovremmo essere maestri, ma invece rimaniamo bambini, che in questo contesto significa "carnali". Dobbiamo essere come culle, accogliendo le persone senza scandalizzarle, mentre chi è immaturo porta scandalo e si comporta in modo carnale; al contrario, chi è maturo accoglie, ama e guida gli altri verso il proposito e la volontà di Dio.
2. Sconfiggere gli attacchi del nemico.
Dobbiamo riconoscere che il nemico non attaccherà tutti nello stesso modo, ma ciò che conta è come attaccherà noi. Anche se Gesù ha già sconfitto il diavolo, noi dobbiamo affrontare sfide, e la vittoria richiede una totale resa a Dio e alla Sua presenza. Il discernimento è essenziale per riconoscere da dove il nemico arriverà, poiché il nostro ruolo o titolo non conta: dobbiamo ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole rivelarci. Mentre Dio è all'opera, non dobbiamo ignorare le strategie distruttive del diavolo, che attacca attraverso lo spirito d'inganno e la menzogna. L'inganno è pericoloso, perché acceca, ma possiamo essere liberati tramite l'obbedienza alla parola di Dio e la sottomissione alle nostre autorità spirituali, che possono aiutarci ad aprire gli occhi.
2°Tessalonicesi 2:3; 3 Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione,
La Bibbia ci avverte che prima dell'anticristo ci sarà l'apostasia, un tempo in cui le persone non seguiranno più la via e la volontà di Dio. Oggi molte cose sono confuse, e spesso chi è fuori o chi è dentro alla Chiesa, chiama giusto ciò che è sbagliato e viceversa. La verità di Dio è immutabile e non dipende dai nostri sentimenti, quindi dobbiamo allinearci ai Suoi standard, perché i Suoi pensieri sono di pace e non di male, per darci un futuro e una speranza.
Galati 3:1; 1 O Galati insensati! Chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato ritratto crocifisso fra voi?
Le nostre esperienze non rappresentano la verità, poiché la verità è ciò che Dio dice, e anche se non vediamo immediatamente guarigioni o benedizioni, la Sua Parola resta immutabile: "Per le sue lividure, noi siamo stati guariti". Le nostre esperienze non alterano la Parola, che rimane la stessa ieri, oggi e in eterno; dobbiamo quindi cercare un equilibrio nella fede, evitando gli estremi. Riguardo alla guarigione, possiamo avere fede e, allo stesso tempo, curarci, sapendo che Dio continua a guarire. La stessa cosa vale per la prosperità: Dio vuole benedirci, ma la Sua benedizione arriva tramite il lavoro delle nostre mani. Dio ci chiama a portare la decima, seminare offerte e dare le primizie, perché il Suo desiderio è che prosperiamo.
2°Corinzi 8:9; 9 Voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Gesù ha lasciato la ricchezza del cielo e si è fatto povero per noi, ma la Sua povertà non è quella che comunemente intendiamo; è nato in una mangiatoia per mancanza di posti nelle locande, non per necessità. Con la Sua povertà, Egli ha sostenuto dodici famiglie, e la Sua veste di valore venne tirata a sorte alla crocifissione. La liberazione è descritta da Gesù come il “pane dei figli”, e noi, in quanto Suoi figli, dobbiamo accogliere questa verità. Infine, molti mettono in discussione la paternità spirituale, ma Paolo ci insegna l'importanza di avere padri spirituali.
1°Corinzi 4:14-15; 14 Non scrivo queste cose per farvi vergognare, ma vi ammonisco come miei cari figli. 15 Perché anche se aveste diecimila educatori in Cristo, non avreste però molti padri, poiché io vi ho generato in Cristo Gesù, mediante l'evangelo.
Oggi molti mettono in dubbio la paternità spirituale, riflettendo la mancanza di figure paterne; tuttavia, abbiamo un Padre celeste, un padre naturale e uno spirituale. Anche se nessun padre è perfetto, questo non giustifica la ribellione; dobbiamo obbedire alla Parola e riconoscere l'importanza del perdono, che è segno di amore. Paolo sottolinea che, per la grazia di Dio, siamo stati generati mediante l'evangelo e che l'insegnamento ci guida a perseverare. La Bibbia afferma che, se obbediamo, riceveremo le cose migliori; tuttavia, molti possono essere ingrati e trascurare questa grazia, come dimostra la storia di re Saul, il quale, dopo essersi inorgoglito, rivelò la verità sul suo cuore.
1°Samuele 15:17; 17 Così Samuele disse: «Non è forse vero che quando eri piccolo ai tuoi occhi sei diventato capo delle tribù d'Israele, e l'Eterno ti ha unto re d'Israele?
Conosciamo la storia di Saul, il primo re, il quale, dopo aver ucciso i filistei, si inorgoglì e si fece erigere una statua, ignorando l'ordine di Dio di sterminarli completamente, così si prese la gloria per sé, dimenticando che essa appartiene solo a Dio. Dobbiamo essere come quell’asino che portò Gesù a Gerusalemme; mentre veniva osannato e acclamato, poteva erroneamente pensare che le feste fossero per lui, ma in realtà sapeva che la gloria apparteneva al Signore, e dobbiamo sempre ricordarci di non prenderci il merito, ma di dare la gloria a Dio.
3. Il tuo cuore verrà provato.
I nostri cuori saranno messi alla prova nelle motivazioni e nelle intenzioni, quindi è fondamentale che ciascuno di noi si chieda perché facciamo ciò che facciamo: stiamo forse cercando una posizione, autorità, fama o riconoscimento?
1°Corinzi 4:5 5 Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
Dobbiamo chiederci perché facciamo ciò che facciamo ponendoci la domanda: "Signore, qual è la mia motivazione?" È fondamentale che verifichiamo sempre se le nostre intenzioni sono in linea con l’inizio della nostra chiamata. Se notiamo delle discrepanze, dobbiamo mettere ordine nella nostra vita e continuare a riflettere su perché desideriamo occupare una posizione di responsabilità. La Chiesa di Cristo non è un luogo di comando, ma di servizio; mentre nel lavoro possiamo avere responsabilità e dare ordini, nella Chiesa siamo chiamati a servire, come ci ha insegnato Gesù, il quale ha detto che il maggiore tra di noi deve essere il servo di tutti.