Date da bere agli assetati
PREDICAZIONE DEL 25 AGOSTO 2024:
Pastore Antonio Russo
DATE DA BERE AGLI ASSETATI
In questo contenuto, rifletteremo insieme il modo in cui Dio opera, trattando il tema intitolato: “Date da bere agli assetati”. Il mondo è assetato, e l'unica acqua capace di soddisfarlo è quella che Dio ci offre, come disse un giorno Gesù alla Samaritana: “ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno;”. Perché quest'acqua soddisferà pienamente la nostra sete, al punto che non avremo più bisogno di cercare altro, poiché l'acqua che Egli offre scaturisce verso la vita eterna. Nella nostra città, nei nostri quartieri, ci sono persone che hanno sete, e Dio ci ha equipaggiato, come chiesa, per portare quest'acqua agli assetati. Dobbiamo comprendere come Dio opera, perché a volte diamo per scontato che alcune cose debbano essere fatte da Dio, quando in realtà tocca a noi compierle. La scorsa volta abbiamo discusso delle promesse e dei patti attraverso cui Dio opera, e oggi approfondiremo questo aspetto, ricordando che la Bibbia ci insegna come Dio sia sempre all'opera, sempre in movimento.
Giovanni 5:17; 17 Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero».
Quindi, Dio continua a compiere la Sua opera e a realizzare la Sua volontà in mezzo a noi in ogni tempo.
Giovanni 6:28; 28 Gli chiesero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».
Le opere di Dio, come spiegato da Gesù, consistono nel credere in Colui che Egli ha mandato, cioè Gesù Cristo. Gesù non è venuto a fare opere, ma a compiere la volontà di Dio, e la nostra fede in Lui è fondamentale. Mentre le persone cercano le opere, Gesù cerca la fede, come indicato in Ebrei, dove si afferma che il giusto vive per fede. Le opere sono il frutto della fede, non il mezzo per ottenere la salvezza, che riceviamo per grazia attraverso la fede. Dopo la salvezza, Dio ha preparato delle opere per noi, che compiamo come risultato della nostra fede in Lui.
Efesi 2:8; 8 Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio,
Noi non siamo salvati per opere, ma per grazia mediante la fede; allo stesso modo, le persone al di fuori della Chiesa che non conoscono Gesù non otterranno la salvezza attraverso le loro opere, poiché la grazia è offerta a tutti e la fede è il mezzo per riceverla. Il nostro cammino spirituale, che inizia e continua per grazia mediante la fede, include le buone opere che Dio ha preparato per noi; queste opere, pur non conferendoci la salvezza, sono il frutto della grazia di Dio in noi, e una delle più importanti è annunciare il Vangelo ogni giorno a chi non conosce Gesù. Ora, cercheremo di comprendere come Dio opera in tutto questo.
Filippesi 2:13; 13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l'operare, per il suo beneplacito.
Dio opera principalmente in due modi: attraverso la Sua sovranità e mediante la grazia per fede. La sovranità di Dio significa che l'iniziativa è interamente Sua, e in questi casi non possiamo pregare affinché cambi le cose; Dio stabilisce ciò che deve accadere, come il giorno del ritorno di Gesù, che solo il Padre conosce. Tuttavia, molti confondono la sovranità con altre aree in cui Dio ci chiama a esercitare la fede, come la guarigione o la salvezza, e in queste opere divine, compiute per grazia mediante la fede, noi abbiamo un ruolo attivo. Quindi, è essenziale distinguere tra ciò che Dio fa sovranamente e ciò che Egli ha già fatto, lasciando a noi il compito di riceverlo per fede. Per esempio, nella Bibbia, in 1°Corinzi al capitolo 12, si parla dei doni dello Spirito Santo, che Dio distribuisce secondo la Sua volontà, dimostrando la Sua sovranità. Tuttavia, siamo esortati a desiderare i doni maggiori, poiché per manifestarli dobbiamo credere, e questi si manifestano per grazia mediante la fede, quindi la nostra parte è ricevere con fede ciò che Dio ci ha già offerto. Tutto ciò che Dio ha compiuto per grazia, come la redenzione attraverso la croce, è un fatto storico già realizzato; non c'è nulla di più che Dio debba fare per salvarci, perché l'opera necessaria è stata già completata. Quindi, ora le persone devono semplicemente seguire ciò che è scritto nel libro degli Atti.
Atti 2:21; 21 E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Quindi, non dobbiamo convincere Dio a fare qualcosa; piuttosto, dobbiamo aiutare le persone a credere e a invocare il nome del Signore, poiché tutti hanno il diritto di farlo per ricevere la salvezza. Non c'è nessuno sulla terra, passato, presente o futuro, che non possa invocare il nome di Gesù per essere salvato. Tuttavia, alcune preghiere che molti fanno non saranno esaudite, perché ciò che chiedono è già stato compiuto da Dio attraverso l'opera di Gesù. Ad esempio, quando preghiamo: "Signore, salva mio marito" o "Guarisci mia moglie", queste preghiere non verranno ascoltate, perché Dio ha già provveduto alla salvezza e alla guarigione mediante il sacrificio di Cristo. Dio ci ha già dato tutto ciò che era necessario attraverso la redenzione, e il nostro compito è ora di far conoscere alle persone come possono ricevere la salvezza. Nella salvezza, non c'è sovranità divina che imponga qualcosa; c'è piuttosto il libero arbitrio di ogni persona. Chiunque invochi il nome del Signore sarà salvato, perché l'opera della redenzione è già stata perfettamente compiuta.
Romani 10:14; 14 Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi?
La nostra responsabilità come figli di Dio è di esercitare il ministero della riconciliazione, predicando l'Evangelo affinché le persone possano credere e invocare il nome del Signore per essere salvate. È attraverso la nostra testimonianza e condivisione del messaggio di salvezza che i nostri familiari, amici e il nostro quartiere possono trovare la salvezza. Nessuno è troppo difficile da salvare per Dio; se non predichiamo, come potranno credere e invocare il nome del Signore? La salvezza non è automatica, ma richiede la nostra attiva partecipazione nel condividere ciò che Gesù ha compiuto sulla croce. La preghiera e la predicazione sono le due armi potenti che ci sono state date per portare avanti questo compito. Non possiamo aspettarci che le persone ricevano la salvezza senza che noi parliamo loro del dono di Dio, che non deve essere meritato, ma semplicemente ricevuto. Anche i doni spirituali, come il battesimo nello Spirito Santo, la giustificazione e la guarigione, sono "Dorea", cioè doni gratuiti, come un lascito testamentario che ci è stato concesso da Dio. Questi doni, come la nuova nascita e la guarigione, non sono meritati, ma sono offerti gratuitamente a chiunque li riceva con fede.
Atti 2:38-39; 38 Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. 39 Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà».
Anche in questo contesto, la parola “Dorea” viene utilizzata per riferirsi al dono dello Spirito Santo, che rappresenta un lascito testamentario. La nostra unica responsabilità in un lascito testamentario è accettarlo, e questo non riguarda il merito, ma semplicemente il ricevere ciò che ci è stato offerto. I doni “Dorea” si differenziano dall'eredità, poiché quest'ultima può essere accettata o rifiutata, soprattutto se comporta debiti, e può risultare positiva o negativa, portando benefici o perdite. Al contrario, i doni "Dorea" sono solo benefici che riceviamo, senza alcuna perdita o rischio per la nostra salvezza; sono, in altre parole, un puro lascito testamentario.
Apocalisse 21:6; 6 E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono (Dorea) della fonte dell'acqua della vita.
Apocalisse 22:17; 17 E lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ode dica: «Vieni». E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.
Quando riceviamo quest'acqua della vita, rappresentata dallo Spirito Santo e dalla presenza di Dio, il nostro unico appagamento diventa Lui. Abbiamo il mandato di predicare l'Evangelo a ogni creatura perché ogni persona ha bisogno di sapere che qualcuno ha lasciato loro un lascito testamentario, un'eredità inestimabile. Predicare l'Evangelo significa rivelare a chi ancora non lo sa che Gesù, morendo e risorgendo, ha lasciato doni preziosi come la salvezza, la guarigione e la possibilità di camminare nella benedizione di Dio. Come dice la Bibbia, siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, e abbiamo la responsabilità di farlo sapere a chi non lo sa, perché il diavolo cerca di rubare e distruggere, ma Gesù è venuto per darci vita in abbondanza. Per questo motivo l'Evangelo, chiamato "Buona Notizia", offre solo benefici; essendo semplice ma potente, dobbiamo predicarlo nella sua forma originale e autentica, senza alterazioni. Dio ci ha insegnato che non dobbiamo concentrarci esclusivamente sul ravvedimento, poiché la salvezza non avviene solo attraverso di esso, ma quando accogliamo il dono della vita eterna in Gesù Cristo.
Romani 6:23; 23 Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio (Dorea) è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Noi abbiamo la responsabilità di condividere il dono della vita eterna che Dio ha offerto a tutti attraverso Gesù. Non dobbiamo concentrarci sui difetti delle persone quando predichiamo l'Evangelo, poiché è lo Spirito Santo che li convince; il nostro compito è parlare loro del dono della salvezza. Gesù ha già compiuto tutto ciò che è necessario per la nostra salvezza, guarigione e liberazione; il nostro ruolo è aiutare gli altri a capire e ricevere ciò che è già stato fatto per loro. È fondamentale che condividiamo questo messaggio, perché senza qualcuno che predica, le persone non potranno credere e ricevere il dono della salvezza e la nostra testimonianza e il nostro esempio personale sono parte integrante di questo processo. Inoltre, dobbiamo essere pronti a pregare, intercedere e condividere la nostra fede con coloro che ci circondano, mostrando loro come accedere ai benefici del lascito testamentario che Dio ha preparato per tutti. Infine, la nostra fede deve basarsi su ciò che Dio ha già fatto, e non su ciò che pensiamo debba ancora fare. La strategia per portare alla salvezza la nostra città parte dalla preghiera e dalla condivisione del Vangelo, invitando gli altri a sperimentare la presenza di Dio e il Suo amore.