Otri Nuovi per Vino Nuovo
PREDICAZIONE DEL 26 MAGGIO 2024:
Pastore Antonio Russo
OTRI NUOVI PER VINO NUOVO
La parola condivisa nel servizio di culto è una parola profetica, un messaggio di ciò che Dio ci ha rivelato e al quale dobbiamo allinearci, conformandoci alla Sua preziosa volontà. Quindi, il tema che tratteremo ha per titolo “Otri nuovi per vino nuovo”, argomento che ci confermerà che siamo in un nuovo tempo e dove l'otre rappresenta noi e il vino ciò che Dio mette dentro di noi e quindi lo Spirito Santo.
Marco 2:22; 22 Così, nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, il vino si spande e gli otri si perdono; ma il vino nuovo va messo in otri nuovi».
Ora diremo qualcosa riguardante sia l'otre che il vino. Parlando del vino nuovo, una sua caratteristica è che, fermentando, produce gas, il che fa sì che l'otre, se non è nuovo, rischi di scoppiare e rompersi. Un otre, invece, è un contenitore ricavato da pelle animale, come quella di capra, bue o cammello, a seconda dell'uso previsto. In Atti, al capitolo due, circa 120 persone si trovavano nell'alto solaio perché, dopo la resurrezione, Gesù disse ai discepoli di aspettare a Gerusalemme fino all'adempimento della promessa, non di promesse, ma della promessa per eccellenza. Loro aspettarono senza sapere quanto tempo sarebbe passato, ma fedelmente, la promessa si adempì al cinquantesimo giorno, il giorno della Pentecoste, festa della raccolta nella cultura ebraica. Sapete, in quei giorni di attesa, molti erano intimoriti e chiusi nelle case, perché avevano visto uccidere il Maestro, ma successivamente, dopo la discesa dello Spirito Santo, ricevettero potenza e iniziarono a testimoniare della potenza di Dio per le strade di Gerusalemme. Infatti, sempre nel libro degli Atti, leggiamo che in quel primo giorno 3000 persone si convertirono, vicino al tempio, dove Pietro predicò l'Evangelo annunciando il Regno di Dio. Ora, riflettiamo su chi fosse la promessa: è una persona, lo Spirito Santo, che viene a vivere dentro di noi e nelle nostre vite. Come se ne accorsero i discepoli che era disceso lo Spirito Santo? Videro delle fiamme di fuoco sulle loro teste, che erano visibili solo sugli altri, e cominciarono a parlare in altre lingue secondo come lo spirito dava loro di esprimersi. Altra cosa su cui dovremmo riflettere è la reazione fisica di coloro che non erano tra i 120 testimoni, come li hanno percepiti nella loro esperienza di vedere gli effetti dello Spirito Santo su di loro? Li hanno visti come ubriachi. Alcuni li hanno derisi dicendo che erano pieni di vino dolce, pensavano che avessero bevuto molto, ma non era lo spirito di vino naturale, bensì lo Spirito Santo. Questa conclusione deriva dalla loro osservazione dei sintomi tipici dell'ubriachezza, come il barcollamento e il parlare incoerente. Quello che gli altri pensavano fosse ubriachezza era in realtà il soprannaturale vino dello Spirito Santo che veniva su di loro e dentro di loro. È questo il nuovo vino che Gesù menziona nel Vangelo di Marco, il versamento dello Spirito Santo nelle nostre vite, quando le persone perdono il controllo della loro razionalità sotto l'influenza divina. Sapete, in tanti sono rigidi, troppo seri, ma lo Spirito Santo, invece, desidera che incominciano a concedergli la massima libertà, perché dove è lo Spirito del Signore, vi è libertà. Si parlava di come il vino, oltre a farci barcollare e quindi perdere il controllo corporeo e mentale, quando ci ubriachiamo nel naturale, tra le altre cose, porta alla luce la verità, tuttavia, spesso essa non è edificante, ma dannosa e distruttiva.
Efesini 5:18-19; 18 E non vi inebriate di vino, nel quale vi è dissolutezza, ma siate ripieni di Spirito, 19 parlandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore,
L'apostolo Paolo scrive che, parlando di vino, il suo effetto è simile a quello del vino divino sulla nostra vita, ma l'esperienza interiore che ne deriva è completamente diversa, più appagante per il nostro spirito. Infatti, dagli effetti dell’essere ripieni dello Spirito Santo nella nostra vita, comprendiamo che vi sono due aspetti fondamentali: parlare a sé stessi e parlare agli altri. Quando si è ripieni dello Spirito Santo, si inizia a meditare sulle cose di Dio, sulle Sue promesse, sulla Sua volontà e sui tesori del cielo, rivolgendosi prima a sé stessi. Questo non significa essere pazzi, perché ogni essere umano parla a sé stesso, come dimostra il salmista Davide quando esortò la sua anima a benedire l’Eterno e di non dimenticare nessuno dei Suoi benefici. Inoltre, ciò che è stato meditato interiormente viene condiviso con gli altri, attraverso salmi, inni e canti spirituali, lodando il Signore con il cuore. Quindi, Dio desidera che ci lasciamo completamente guidare dallo Spirito Santo, abbandonando il controllo della nostra vita nelle Sue mani. Parleremo ora di alcune testimonianze di uomini che hanno vissuto il risveglio, uno dei quali era Charles Finney, un avvocato molto serio con uno studio a New York negli Stati Uniti. Un giorno, mentre si trovava nel suo ufficio, egli sperimentò una manifestazione soprannaturale della potenza divina, iniziando a ridere senza controllo, un fenomeno che contagiò anche altri, tra cui un anziano della Chiesa. Questo episodio non dipendeva dalla volontà umana ma era un segno della volontà di Dio per quella generazione, annunciando un nuovo tempo nelle loro vite. Da quel momento, il versamento dello Spirito Santo ha scatenato una potenza soprannaturale in molte città circostanti, portando le persone a ravvedersi e ad essere compunti di peccato, che si rivolsero a Dio rendendo le loro vite a Gesù. Nella biografia di Finney, si legge che nessuno dei convertiti si è allontanato dalla fede, evidenziando un'esperienza spirituale profonda e duratura. Questo episodio straordinario, sebbene insolito, segnava l'inizio di un nuovo tempo, un tempo di rinnovamento spirituale e di manifestazione del potere divino, che invita ad abbandonare gli schemi mentali precedenti per accogliere ciò che Dio ha in serbo per noi; un tempo completamente nuovo e senza precedenti. L’altra testimonianza è quella di Giovanni Wesley, un predicatore inglese del 1700 noto per la sua fermezza, ha sperimentato un evento straordinario durante una delle sue prediche. Pur essendo un puritano che evitava il misticismo, durante una predica, vide la gente cadere sotto l'unzione di Dio, ridendo nello spirito senza controllo. Quest'esperienza, sebbene al di fuori della sua consuetudine, era un segno del movimento divino che si stava avvenendo. Questo episodio si verificò in un momento critico per l'Inghilterra, minacciata dal conflitto con la Francia; tuttavia, grazie al versamento dello Spirito Santo, la situazione cambiò radicalmente, portando alla trasformazione delle circostanze. Tornando al tema, rispondendo alla similitudine col vino che è la Spirito Santo e noi che siamo l’otre, quando Dio ci riempie, nelle nostre vite, c’è guarigione, liberazione e benedizioni, ma, per ricevere ciò, dobbiamo essere otri nuovi e questo significa lasciarsi rinnovare da Dio. Sapete, anche nel naturale un otre di 20 anni può essere reso nuovo se mantenuto con olio, che rappresentando lo Spirito Santo, ci indica che dobbiamo camminare sempre nella Sua unzione. Gli otri nuovi sono elastici e possono sopportare la fermentazione del vino, mentre quelli vecchi sono rigidi e si spaccano. Un cristiano con una mentalità quadrata è come un otre vecchio e rigido, che sminuisce Dio, non accetta i cambiamenti che Egli porta, non comprende la gioia e la libertà nello Spirito Santo e si scandalizza davanti alle loro manifestazioni. Non possiamo rinchiudere Dio in una scatola, in una bottiglia o nella nostra mentalità quadrata, perché Egli è l'Onnipotente; nella Scrittura è riportato che il mondo intero è nel palmo della Sua mano. Dobbiamo essere aperti al nuovo che Dio vuole fare nella nostra vita, Egli vuole versare il Suo vino nuovo in coloro che sono pronti al cambiamento. L’acciaio è noto per la sua rigidità, così come molti cristiani che si vantano di essere tali, ma talvolta le circostanze ci insegnano a fletterci secondo il piano di Dio. In alcune chiese, le mentalità rigide escludono strumenti come la batteria o la chitarra elettrica, considerati peccaminosi, ma la musica è un dono divino. Dobbiamo essere elastici, adattabili alle circostanze senza compromettere la santità. Oggi Dio ci chiama ad essere flessibili, aperti alla Sua nuova opera, mentre un cristiano con una mentalità rigida non è aperto alla rivelazione di Dio che sta continuamente rivelando la Sua volontà. Daniele ci insegna che la rivelazione crescerà negli ultimi tempi, ma chi è rigido rimane ancorato al passato, senza progredire né adattarsi al cambiamento. Quello che Dio ci insegna non riguarda solo la santità, anche se ci esorta a essere santi come Lui, ma comprende anche l'essere ripieni dello Spirito Santo per accogliere il nuovo nella nostra vita. Quando ci troviamo nella rigidità di un otre vecchio e vediamo cose fuori dai nostri schemi, dobbiamo ricordare di avere la mente di Cristo, che è una chiamata all’unità e alla sottomissione a questa unità. Quando desideriamo un miracolo, dobbiamo essere aperti alle nuove opere di Dio provenienti dal cielo, in questo nuovo tempo che stiamo vivendo, infatti, Egli vuole fare cose nuove, ma spesso rimaniamo legati al passato anziché guardare al futuro che Dio ha per noi. Come il popolo d'Israele nel deserto, dobbiamo seguire la guida di Dio senza cercare di andare dove vogliamo noi. Le logiche umane spesso non si applicano alla fede, e talvolta dobbiamo semplicemente obbedire senza cercare di capire tutto razionalmente, perché è la fede che ci permette di vedere il miracoloso operare di Dio.
1°Corinzi 2:9; 9 Ma come sta scritto: «Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano».
Ci sono ancora molte cose che non abbiamo visto né sentito, ma Dio ha già preparato meraviglie per noi. Dobbiamo aprirci alle nuove opere di Dio e lasciare da parte la logica umana, come ha fatto il popolo d'Israele di fronte al Mar Rosso. Anche se sembra impossibile agli occhi umani, Dio compie miracoli sorprendenti per coloro che lo amano. Ricordiamo il primo miracolo di Gesù, quando trasformò l'acqua in vino a Cana, o il miracolo del paralitico: in realtà, questi furono segni che dimostravano come Dio stava facendo una cosa nuova, come vuole fare ancora oggi nelle nostre vite, nei nostri matrimoni e nelle nostre case. Dio si muove attraverso segni per mostrarci che sta facendo cose nuove e per farci comprendere chi è realmente. Leggendo il libro dei Numeri, troviamo la storia di Israele che, arrivato davanti a Canaan, la terra promessa, manda dodici principi, uno per ogni tribù, a esplorare il paese. Le dodici spie esplorano la terra e vedono le benedizioni che Dio ha preparato per loro: città fortificate, case benedette e una terra dove scorre latte e miele, portando indietro un grappolo d'uva, simbolo del vino nuovo e segno che Dio sta facendo una cosa nuova. Quindi, dobbiamo abbandonare la nostra mentalità religiosa, allinearci con la Parola e la volontà di Dio e aprire i nostri cuori alle Sue benedizioni, che ci guideranno nella terra promessa, perché Egli ha preparato grandi cose per noi. Sapete, abbiamo la speranza di essere con Gesù dopo questa vita, ma questa nostra aspettativa dobbiamo condividerla anche con gli altri, specialmente con coloro che vivono nella paura, nella disperazione e nel bisogno. Quindi, come Chiesa, Dio ci chiama a svegliarci e a predicare la Parola, offrendo speranza a chi ne ha bisogno; questo è il momento di uscire dai nostri schemi mentali e permettere a Dio di operare in noi. La nostra città e la nostra nazione sono aperte all’Evangelo; dobbiamo annunciare il Regno di Dio, liberare le persone dalle grinfie del diavolo e condurle nel Regno di Dio, ma affinché questo si realizzi, abbiamo bisogno di aprirci a Dio e vivere nella pienezza dello Spirito Santo.